Incontro: l’attualità della testimonianza di Don Milani

Don Milani

Il 30 novembre 2023, noi ragazzi del triennio del Liceo delle Scienze Umane “Costanza Varano” di Camerino, abbiamo avuto l’opportunità di partecipare ad un incontro incentrato su Don Lorenzo Milani e sulla sua famosa scuola di Barbiana, organizzato dai docenti Tolomeo Patrizia, Amici Angela e Buccolini Valerio e reso possibile dalla disponibilità della prof.ssa Agata Turchetti e dell’avvocato Giuseppe De Rosa. Inizialmente abbiamo visionato il docufilm, l’unico di cui Don Milani ha approvato la realizzazione, “Barbiana ’65 - la lezione di Don Milani”, diretto da Alessandro d’Alessandro. Abbiamo trovato il documentario davvero profondo, poiché in grado di rispecchiare l’autentica condizione della scuola di Barbiana e di fornire, grazie anche agli interventi di ex alunni e di studiosi, diversi spunti di attualità. 

In un momento in cui si discute l’introduzione dell’ora di affettività nelle scuole al fine di trasmettere i giusti valori, noi studenti riteniamo opportuno e fondamentale volgere lo sguardo anche al sistema scolastico in cui siamo inseriti, assicurandoci che piccole lezioni di vita ci vengano trasmesse sempre, non solo un’ipotetica ora a settimana. A questo proposito, la giornata di giovedì 30 novembre ha avuto un grande impatto sul nostro senso critico, fornendoci l’occasione di confrontare sistemi educativi che, seppur condividendo gli stessi principi (come il diritto e il dovere di ricevere e impartire un’educazione a chiunque, superando ogni disuguaglianza sociale) hanno due fini quasi opposti, benché possibilmente coniugabili. Se infatti da un lato la scuola di Don Milani era improntata alla formazione di un cittadino consapevole, dall’altro quella di oggi è più attenta a nozioni teoriche non sempre spendibili. Tuttavia i due aspetti possono fondersi, al fine di garantire una formazione completa di tutte le sfere umane. Ascoltare le parole dello stesso Don Lorenzo, piene di umile orgoglio, di speranza e di bontà, ci ha fatto maturare l’idea che alla base di ogni tipo di educazione sia di notabile importanza il significato dell’“I care” (“me ne importa, mi sta a cuore”), motto della scuola di Barbiana che ne riassume l’essenza e che dovrebbe ispirare anche i sistemi educativi odierni.

La prof.ssa Turchetti è in seguito intervenuta approfondendo i vari aspetti della scuola di Barbiana, concentrandosi sul valore della parola, concetto che fungeva da perno nel quadro educativo di Don Milani. La parola, che differenziava anche negli anni ’60 del secolo scorso la cultura dei ricchi da quella dei poveri, permetteva infatti di esprimere i propri pensieri ed emozioni e di comprendere quelle altrui. Anche questo aspetto è attuale: a volte ci si dimentica dell’importanza del dialogo, di quanto sia fondamentale cercare il confronto e di quanto raramente avvenga, esponendoci così al rischio di sfociare in incomprensioni e violenze. Un altro aspetto trattato con precisione è stato il dubbio. Riferendosi implicitamente all’intuizione immediata di Cartesio “Cogito ergo sum” (penso, dunque sono), la prof.ssa Turchetti ha parlato di “Dubito ergo sum” (dubito, quindi sono): per Don Lorenzo, il dubbio era la strada di conoscenza, più efficace delle certezze. Oggi, si sa, non siamo più abituati a pensare. Gli stimoli esterni che ci bombardano quotidianamente sono innumerevoli e diversi, spesso anche superficiali, e distinguerli ci risulta sempre più difficile, in quanto mettere in dubbio le certezze che consideriamo tali richiede coraggio e tenacia, determinazione e fermezza. Dubitare è però necessario se vogliamo essere cittadini consapevoli e determinanti. Anche Don Milani sosteneva che bisognasse educare alla legalità e al senso politico, cercando di combattere per l’approvazione di leggi migliori, che contrastino quelle che riteniamo ingiuste e discriminatorie.

Il secondo intervento, quello tenuto dall’avvocato De Rosa, ha invece avuto come oggetto la relazione tra Don Lorenzo Milani e Camerino. Il sacerdote si recò nella città marchigiana nel marzo 1957, invitato da Giuseppe D’Avack che aveva redatto la prefazione del suo libro “Esperienze pastorali”. Il libro era il risultato di un’attenta rielaborazione degli appunti presi da Don Lorenzo a Calenzano, dove era stato mandato come cappellano dopo la sua ordinazione sacerdotale (avvenuta nel 1947) e dove aveva intervistato gente umile sulla causa del distacco popolare dalla religione. Sono seguite informazioni sul vissuto di Don Milani dopo la pubblicazione dello scritto, che ricevette molte critiche dalla Chiesa, la quale arrivò addirittura il 10 dicembre 1958 a ritirarlo dal commercio e ad invitare a vigilare sullo stesso Don Milani. Il concetto di fondo della vita e delle opere di Don Lorenzo è sempre stato la difesa degli umili e degli svantaggiati, per questo si è spesso ritrovato a difendere le proprie idee e le proprie iniziative (prima tra tutte la scuola di Barbiana), trasformando anche la morte in occasione educativa, affermando che “chi non si abbandona alla morte, vuol dire che prima non si è abbandonato alla vita”.

Possiamo quindi ritenerci fortunati per tutto ciò che l’incontro, la cui parte finale è stata dedicata alle nostre domande e alle risposte degli esperti, ci ha lasciato. Abbiamo capito l’effettivo impatto che la figura e il pensiero educativo di Don Milani possono tuttora avere, perché mettono al centro l’uomo e la sua dignità, rendendolo protagonista della propria vita. Nel docufilm, gli ex alunni della scuola di Barbiana sostenevano infatti che l’insegnamento che ha lasciato Don Milani è stato di farli uomini, di insegnare loro a vivere, di convincerli a dare la vita per il prossimo e di dubitare e criticare tutto quello che si prende per certo. Riteniamo queste nozioni più attuali che mai, speranzosi che il messaggio di Don Milani riesca a penetrare anche negli animi più chiusi, aiutando ognuno a sviluppare il pensiero critico e spingendo a far valere la propria persona e i propri ideali, per un mondo più giusto e per cittadini più attenti a preservare i valori che fungono da base per una società degna di tale appellativo.

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